Tesla si trova davanti a un ostacolo inaspettato nel percorso verso la mobilità autonoma. L’Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti (USPTO) ha infatti respinto la richiesta dell’azienda per registrare il marchio “Robotaxi”, considerandolo troppo generico per ottenere una protezione legale esclusiva.
La casa automobilistica di Elon Musk ha ora solo tre mesi per difendere l’uso esclusivo del termine, altrimenti il nome dovrà essere abbandonato.
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Perché il nome “Robotaxi” è stato rifiutato?
Secondo quanto emerso, il rifiuto da parte dell’USPTO si basa su un concetto ben preciso: “Robotaxi” è un termine già utilizzato da molte aziende e media per descrivere taxi autonomi o veicoli a guida autonoma.
Non rappresenta quindi un nome originale o distintivo, ma una parola descrittiva, come “automobile” o “bicicletta”.
L’USPTO ha emesso una “non-final office action”, ovvero un primo avviso di rifiuto che lascia spazio a una replica. Tesla ha tempo fino a luglio 2025 per presentare prove e argomentazioni che giustifichino la concessione del marchio.
Anche Cybercab e Robobus in difficoltà
Il nome “Robotaxi” non è l’unico progetto di Tesla a subire un freno. Anche altre due denominazioni legate alla strategia futura della compagnia sono state bloccate o messe in attesa:
- Cybercab, presentato a ottobre 2024 come nome per un nuovo veicolo elettrico dedicato al carpooling autonomo, è stato rallentato per conflitti con altri marchi simili già in uso, specialmente nella sfera dei prodotti legati al Cybertruck.
- Robobus, presentato lo stesso giorno di “Robotaxi”, è ancora in fase di valutazione e non ha ricevuto né approvazione né rifiuto definitivo.
Questo scenario evidenzia quanto sia difficile per Tesla ottenere l’esclusività su nomi che usano prefissi comuni come “Cyber”, “Robo” o “Robot”.
Branding vs tecnologia: la battaglia legale per l’identità
Per Tesla, la questione non è solo legale, ma profondamente legata alla propria identità di marca.
L’azienda è da tempo impegnata nel creare un futuro in cui le auto possano circolare in autonomia e svolgere servizi come taxi, senza conducente. La perdita del marchio “Robotaxi” rischia di indebolire questa narrazione e lasciare spazio ai concorrenti.
L’USPTO ha chiesto a Tesla una documentazione dettagliata per dimostrare l’uso distintivo del termine “Robotaxi” nel proprio materiale promozionale e nei prodotti. Tra i documenti richiesti ci sono:
- Brochure, volantini e presentazioni ufficiali
- Immagini di prototipi
- Pagine web, pubblicità e video informativi
- Manuali o specifiche tecniche
Tesla dovrà dimostrare che il termine non è usato in modo generico, ma fa riferimento a un prodotto o servizio unico nel suo genere.
I rischi per Tesla: non solo simbolici
Il rifiuto dell’USPTO non è solo una formalità legale.
Nel settore della tecnologia e dell’innovazione, il nome di un prodotto può determinare la sua percezione da parte del pubblico. Perdere un marchio come “Robotaxi” significa:
- Rischiare che altri produttori usino lo stesso nome, confondendo i consumatori
- Ridurre il valore commerciale e strategico del progetto
- Indebolire il vantaggio competitivo nel campo della mobilità autonoma
Tesla rischia di non riuscire a capitalizzare un termine che ha già contribuito a rendere popolare con le sue dichiarazioni e presentazioni.
Una corsa contro il tempo
Tesla ha tempo fino all’estate per dimostrare che “Robotaxi” merita la protezione di un marchio. La sfida sarà dimostrare che il termine è ormai associato all’azienda in modo inequivocabile, nonostante il suo uso comune.
Per farlo, sarà necessario presentare un dossier completo che evidenzi:
- L’unicità del progetto Tesla nel contesto della guida autonoma
- La comunicazione pubblicitaria coerente e continuativa
- L’identificazione del marchio da parte del pubblico con Tesla
In caso contrario, la domanda verrà respinta definitivamente e chiunque potrà usare “Robotaxi” per prodotti simili.
Il futuro della mobilità autonoma si decide nei documenti
L’episodio mostra come il futuro delle auto autonome non si giochi solo nelle fabbriche o nei laboratori di intelligenza artificiale, ma anche nei tribunali e negli uffici brevetti.
Tesla è chiamata ora a difendere non solo un nome, ma una visione: quella di un mondo in cui i veicoli si guidano da soli, si prenotano via app, e sostituiscono del tutto i taxi tradizionali.
Se Tesla riuscirà a salvare il nome “Robotaxi”, sarà anche un segnale forte della sua posizione dominante in questo settore emergente. In caso contrario, dovrà ripensare la sua strategia comunicativa e scegliere un nuovo simbolo per rappresentare il futuro della guida senza conducente.